Solidarietà

TERREMOTO AD AMATRICE: LCQ1900 A SALETTA

E’ ancora buio la notte del 24 agosto. Alle ore 3,35 a.m. ci sono solo i grilli a rendere musicale ed armonica la quiete dell’alto reatino. L’ultimo lembo di terra della Regione Lazio che penetra all’interno dell’Appennino, stretto com’è tra le regioni di Umbria, Marche e Abruzzo. Il profilo geografico somiglia alla lama affilata di un coltello, pronta ad offendere e guadagnare spazio a scapito dei territori vicini.

Sono gli ultimi scampoli dell’estate e coricati nel letto aspettiamo l’alba del nuovo giorno. Le lucciole vagano nel buio intenso della notte e, disegnando improbabili traiettorie, scompaiono e poi riappaiano come le stelle intermittenti nel cielo. La calma apparente è rotta solo dal guaito dei cani che abbaiano. E poi improvvisamente BOOM!

Un rumore sordo ne precede un altro, molto più intenso e fragoroso: il terremoto!

Le lancette ora segnano le 3,36 a.m. “Via! Il terremoto!” urla la voce ferma e decisa di mio cognato che irrompe nella stanza da letto. E poi ancora “Via, presto! Il terremoto!”. E tutti giù per le scale per guadagnare l’uscita di casa. Tutto in un attimo, lungo ed interminabile, dilatato a dismisura dalla percezione della paura che ci travolge. Le porte che cigolano intorno ai loro cardini, altre che si schiudono in un abbandono del listello della serratura dalla sua sede, lampadari che dondolano come la pendola di una torre campanaria e il rumore impressionante ed innaturale dei muri che sembrano accartocciarsi. Usciamo in strada dove alcune tegole del tetto finiscono la loro corsa e quando i fili della luce oscillano ancora. I comignoli dei camini, divelti dalle loro canne fumarie, rimangono minacciosi e aggettanti, sospesi tra le coperture e le grondaie pluviali, pronti nella caduta a stabilire il loro nuovo stato di equilibrio. Le urla di voce umana fanno da contorno al vortice scatenato nella gola profonda della Terra. Aumentano via via di intensità, quasi imploranti la natura di fermare la sua furia nell’effimera convinzione che essa obbedisca.

Ed arriva finalmente il silenzio dopo 142 secondi di puro terrore.

“Dov’è? Dov’è stato il terremoto?” sono le prime domande. Al momento nessuno ha la risposta. E’ troppo presto per sapere. Rientriamo con cautela in casa ed accendiamo la Tv, che ancora non diffonde notizie del terremoto appena occorso. Con gli occhi fissi sullo schermo interroghiamo noi stessi e, pervasi dalla percezione vissuta, intimamente rispondiamo che l’epicentro del sisma deve essere vicino. Siamo in un’area ad alto rischio sismico, classificata zona uno, il massimo dell’esposizione. Sappiamo che non può essere molto distante. “Si, ma quanto distante?” E’ l’ennesima domanda che preme sulla coda delle altre in attesa di risposta. Finalmente Rainews24 dà la notizia e la grafica che compare dietro la giornalista circoscrive l’area intorno ad Accumoli ed Amatrice ed inghiotte anche noi a soli 10 km di distanza. I cerchi concentrici che avviluppano la zona interessata montano come un’onda impetuosa che sbatte e travolge anche noi inermi davanti a tanta furia. E’ un’altra dura botta per i nostri animi, ormai affranti. Esclami un “NO” di disappunto che replichi un’altra volta alla notizia dell’intensità del sisma pari al sesto grado della scala Richter. Un altro “NO” ed un altro ancora quando un’altra scossa ci obbliga ad uscire nuovamente da casa. Seguendo le grida triviali e le imprecazioni di voci conosciute mi reco nella piccola piazza del paese, già colma di gente che, come me, violentata nella notte, è scaraventata dalla paura a gremire quello spazio comune. Facce sconvolte incrociano gli sguardi ancora atterriti di altre facce. Un abbraccio ed un semplice “tu come stai?” allentano un po’ la tensione ancora palpabile. La visita inaspettata di Don Fabio, parroco della nostra piccola comunità, offre ulteriore conforto alle nostre anime laicamente dannate, avvinghiate nella spirale infernale del demone-terremoto. Le notizie sono frammentarie e spesso discordanti. Affogano nello stesso collo di bottiglia le numerose chiamate della telefonia mobile e rimangono intrappolate tra le maglie di una rete cellulare non sempre ottimizzata. Le agenzie di stampa diffondono le prime dichiarazioni del sindaco di Amatrice che parla di un paese che non c’è più. “Non può essere!”, “Ma ti pare?” sono le esclamazioni più frequenti. Affermazioni istintive dette da chi vuole esorcizzare la realtà. Ma la situazione diventa tremendamente chiara non appena le telefonate di amici e parenti residenti all’interno dell’area del cratere più prossima all’epicentro confermano la drammaticità degli eventi. Parlano di morte e distruzione e di secoli di storia sepolti definitivamente sotto le macerie. Pensi a tutto, alla ferita profonda che ti è stata inferta, agli anni spensierati della gioventù andati via per sempre e con essi strade, vicoli, persone che stimolavano il ricordo di momenti di vita vissuti. Le prime immagini dei luoghi colpiti dal sisma sono spettrali, cosi’ maledettamente simili agli scenari di guerra nella Siria di Assad, tanto da far pensare più ad un bombardamento che ad un terremoto. Case collassate su se stesse e diventate cumuli di macerie.

Intanto le cronache raccontano già di decine di morti e ammoniscono che il bilancio è solo provvisorio, destinato ad aumentare inesorabilmente. Un velo di tristezza scende impietosamente a coprire quel senso di impotenza che ci attanaglia. “Cosa facciamo?”, “Dobbiamo andare!” sono la molla che spinge alcuni di noi a recarsi ad Amatrice. Chi per scavare a mani nude e chi, carpentiere di professione, alla guida di ruspe e mezzi meccanici. Tra i primi soccorritori c’è anche don Fabio, “il prete con la pala”.

Non è ancora tempo di piangere, la fase dell’emergenza è appena cominciata!

L’alba fa ormai capolino dietro i dolci contorni delle montagne, accompagnata non dal canto del gallo, ma dalle sirene delle ambulanze e dei mezzi di soccorso che vanno su e giù per la via Salaria, quando la terra continua ancora a tremare.

Sono passati quasi due mesi dal sisma del 24 Agosto in centro Italia e il bilancio finale parla di 298 morti accertati, 388 feriti e due persone ancora disperse. La fase dell’emergenza è virtualmente terminata con l’evacuazione della zona rossa e il trasferimento degli sfollati verso la vicina costa adriatica. La macchina dei soccorsi è ancora al lavoro per liberare l’intera area dalle macerie e dare inizio alla delicata fase della ricostruzione, a cui parteciperanno a vario titolo le diverse componenti del governo nazionale e degli enti locali. Ma nessuna ripartenza sarebbe possibile senza il coinvolgimento emotivo e sostanziale del popolo italiano che, per storia e tradizione, in casi drammatici come questi mostra sempre il suo lato migliore. La lunga scia di solidarietà che ha attraversato l’Italia intera da Sud a Nord ha prodotto un contributo significativo sia in termini economici sia in termini di aiuti materiali. Le raccolte fondi “pro emergenza terremoto” attivate da più parti e la partecipazione attiva e spontanea di migliaia di volontari hanno tracciato le linee guida da seguire che il “Lazio Club Quirinale 1900” ha saputo e voluto intraprendere sin dall’inizio. E’ venuto naturale rimandare la minicrociera, già in programma, alle isole del Giglio e di Giannutri e destinare le relative risorse ad una nostra raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Questa iniziativa di beneficenza è culminata nell’epilogo dell’evento di solidarietà a favore della “Onlus Peter Pan” lo scorso 24 settembre a Castel Porziano e ha visto raggiungere la considerevole somma di € 3175,00 (tremilacentosettantacinque/00).

Oggi 9 Ottobre una delegazione del “Lazio Club Quirinale 1900” consegnerà direttamente al “Circolo Ricreativo Amici di Saletta” (www.amicidisaletta.it) la somma raccolta.

Sono le 8,30 di domenica mattina e alcuni soci del “Lazio Club Quirinale” hanno deciso di trascorrere la loro giornata nelle zone colpite dal terremoto. Appuntamento alla stazione di servizio lungo la bretella di collegamento tra il Grande Raccordo Anulare e l’autostrada Roma-Firenze e con un pallido Sole ad illuminare la strada ci dirigiamo dritti lungo la via Salaria per raggiungere Saletta, un piccolo paese del comune di Amatrice in provincia di Rieti. Saletta, tra tutte le 69 frazioni che compongono la realtà locale amatriciana, è una delle più martoriate con 22 morti accertati su solo otto residenti. Questo dato descrive alla perfezione lo scenario dei luoghi colpiti dal sisma. Piccoli borghi di montagna scarsamente abitati che vivono prevalentemente di agricoltura e zootecnia e che, specie nel periodo estivo, decuplicano il numero dei residenti, per lo più villeggianti provenienti da Roma. Luoghi disincantati immersi nella natura stretti tra il Parco dei Monti Sibillini e il Parco Naturale del Gran Sasso e Monti della Laga. Un vero paradiso naturale trasformatosi tristemente in una tomba infernale.

Dopo circa due ore di viaggio arriviamo al km 136 della via Salaria in prossimità del bivio per Saletta e di colpo i discorsi che ci hanno accompagnato lungo il percorso terminano all’istante. La mente si rivolge univocamente a quello che ci apprestiamo a vedere e tutte le parole rimangono sospese nel limbo dell’ovvietà. La macchina rallenta ed è costretta a fermarsi al posto di blocco della polizia che, a contrasto di ogni forma di sciacallaggio, interdice il passaggio a curiosi e malintenzionati.  Una volta accertati i nostri buoni propositi la macchina riprende la sua marcia e sale piano piano lungo la strada comunale che ci condurrà a destinazione. File di alberi ne costeggiano il ciglio e qualche uccello si libera in volo planare per poi scomparire di nuovo all’interno del bosco. Una serie di curve difende da sguardi indiscreti i primi caseggiati del paese e dopo breve ci ritroviamo dove non avremmo mai voluto essere. Sono ad attenderci i rappresentanti dell’associazione “Amici di Saletta” che, dopo i convenevoli iniziali, ci conducono direttamente all’interno del paese, in prossimità della zona rossa. Lo scenario da apocalisse che si presenta davanti ai nostri occhi toglie il fiato e vanifica ogni suggestione di domanda che avremmo voluto porre loro. Fanno da cornice le loro flebili parole che, lontano da ogni velleità descrittiva, raccontano telegraficamente di vite spezzate e di lutti personali. La perdita di una mamma sotto le macerie nella casa di famiglia viene da noi percepita come l’esaltazione perversa del destino perfido che in un solo attimo ti porta via la persona più cara e la culla naturale dell’amore materno che ti ha cresciuto. All’interno della zona rossa non c’è più traccia di vita, sembra tutto cristallizzato all’istante del terremoto. Un silenzio tombale ammanta ogni pietra e imprigiona ogni anelito di vento che tenta di fuggire. L’assenza del succedersi naturale degli eventi svuota il tempo del suo significato inchiodandolo per sempre alle ore 3,36 del 24 agosto. Una borsa in pelle ed un utensile da cucina affiorano sulla parte superiore di un cumulo di macerie, testimonianza di una vita passata di là che non tornerà più indietro. La cerimonia di consegna dell’assegno simbolico ai rappresentanti dell’associazione ci riconduce alla realtà e dà avvio nuovamente all’avanzare delle lancette del nostro orologio del tempo. Facciamo visita alle tende del campo allestito dalla Protezione Civile che ancora per poco ospiterà, prima dell’esilio forzato, gli ultimi sfollati rimasti. C’è rassegnazione e smarrimento all’interno del campo ormai semivuoto, ma l’odore del caffè che fuoriesce dalla tenda mensa alimenta la speranza che si nasconde dentro ogni gesto quotidiano. “Nulla sarà più come prima, ma Saletta rinascerà” sono le parole di congedo che precedono la nostra ripartenza.  Salutiamo i nostri amici prima di riprendere la strada del ritorno. Il nostro è un arrivederci a Saletta, magari per un caffè nel nuovo centro ricreativo che rinascerà anche grazie al nostro contributo. Di questo ne siamo certi come la vita si riaffaccia sempre prepotente a cancellare ogni simbolo di morte. E’ solo questione di tempo, ma Saletta rivivrà! E i residenti e i villeggianti torneranno soprattutto per rispetto e nel ricordo di chi non c’è più.

“…non ti abbandoneremo uomo dell’Appennino: l’ombra della tua casa tornerà a giocare sulla terra natia. Dell’alba ancor ti stupirai!”

 

Matteo Mastrella

LAZIO CLUB QUIRINALE E PETER PAN A CASTEL PORZIANO

Il giorno 24 Settembre 2016 si è svolto l’evento di beneficenza a favore dell’Associazione “Peter Pan Onlus” organizzato dal Lazio Club Quirinale, in particolare dal Presidente del club, Raffaele Bracci e dal Vicepresidente, Gianluca Poggi.

Il Lazio Club, fin dalla sua nascita, si è prefissato di organizzare attività di svago, di interesse per il mondo calcistico e non solo. Grazie all’unità e all’interesse di tutti i soci sono stati organizzati un paio di eventi benefici l’anno a favore di associazioni che si occupano di casi e situazioni di persone meno fortunate.

Questo pomeriggio è stato organizzato per ricordare che oltre al divertimento e allo svago ci sono persone che lottano ogni giorno contro problemi che a volte sfuggono al controllo e al raziocinio di ognuno di noi.

L’associazione “Peter Pan” nasce dall’iniziativa di un gruppo di genitori con figli malati oncologici, con l’intento di offrire ad altre famiglie un aiuto concreto nell’affrontare la dura esperienza della malattia. La parola “oncologia” legata a “bambino” fa sempre rabbrividire: proprio per questo il cuore di tutti i soci non può voltare le spalle a tali situazioni, e il nostro contributo si riesce a far sentire, grazie anche alla quasi onnipresenza del Consiglio Direttivo e di chi ha possibilità di partecipare a questi eventi benefici.

L’evento si è svolto nella favolosa tenuta presidenziale di Castelporziano, riserva naturale dal 1999 alle porte di Roma. L’imponente entrata costituita da un cancello sontuoso, conforme al tenore della proprietà, consente l’accesso ad un lungo viale di circa 3 km che, attraversando una pineta di alti alberi secolari, per un’estensione di circa seimila ettari, conduce al nucleo principale del “Castello” e ad altri fabbricati secondari.

Entrati nel piccolo teatro della tenuta, l’ambiente già preludeva la presenza di importanti ed interessanti artisti che, con una scaletta ben delineata, tale da alternare momenti di fragorose risate ad altri di riflessione, hanno fatto trascorrere agli ospiti un paio di ore molto piacevoli.

Si sono succeduti artisti di grande fama, anche internazionale:

  • il poeta Guido De Paolis, una sua poesia dedicata a San Francesco è incisa su ceramica e appesa nella Basilica di Assisi.
  • l’incredibile imitatore Guglielmo Marconi, presente in vari noti programmi televisivi e che presto vedremo nuovamente a teatro.
  • l’indimenticabile Tony Malco, autore ufficiale dell’inno della Lazio e non solo, avendo inciso numerosi album di cui orgogliosamente va fiero.
  • il tenore di fama internazionale Edoardo Guarnera, debuttante all’Opera di Roma, cantante nei migliori teatri del mondo e partecipe nella composizione di Cent’anni insieme, per festeggiare i cento anni di storia della Lazio.
  • il simpaticissimo comico Marco Tana, presente in numerosi locali della Capitale con strepitosi spettacoli di cabaret.

I momenti di allegria non sono mancati, anche grazie alle “punzecchiate” di qualche artista romanista che ha saputo fare dell’autoironia ma anche prendere in giro la maggior parte dei presenti con qualche battuta sulla squadra laziale; tuttavia, il rispetto e la sportività hanno caratterizzato l’intero pomeriggio, con il fine comune di donare all’Associazione Peter Pan la somma di millecinquecento euro, grazie ai contributi dei soci del Club del Quirinale.

Ma il divertimento e la riflessione non sono stati gli unici input della giornata. Prima di passare al colmo buffet offertoci abbiamo partecipato all’interessante intervento di Francesco Bracci, sedicenne crocerossino volontario. Grazie alla sua dimostrazione siamo usciti dalla platea del teatro con qualche importante nozione da utilizzare in situazioni di emergenza: come eseguire un massaggio cardiaco ad una persona incosciente e le manovre di disostruzione delle vie aeree.

Divertimento e responsabilità rappresentano le due facce della stessa medaglia che costituiscono il cuore e il valore del Lazio Club Quirinale.

Maria Vittoria Montagna

 

EVENTO BENEFICO DI CASTEL PORZIANO – SABATO 24 SETTEMBRE 2016

 

Il Lazio Club Quirinale 1900 risponde ancora una volta “presente!” all’appello alla solidarietà. Ne ha dato ampia dimostrazione organizzando – primo in ambito Presidenza della Repubblica – una raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto che ha devastato parte del Lazio orientale e alcune zone delle Regioni limitrofe (Marche, Abruzzo e Umbria).

La raccolta dei fondi pro-terremotati è stato il degno prologo all’evento benefico (deciso nella riunione del CD del nostro Club tenutasi il 7 luglio u.s.), organizzato in favore dell’Associazione Onlus “Peter Pan” di Roma, e celebrato sabato 24 settembre nel piccolo ma accogliente teatro della Tenuta presidenziale di Castelporziano, discreta e suggestiva location dipinta nella natura.

Le nostre parole non sono adatte a spiegare le emozioni provate dai partecipanti all’evento che sono entrati nella Tenuta di Castelporziano per la prima volta; le stesse emozioni che ogni volta provano i colleghi inviati per lavoro a Castelporziano! Purtroppo, non ci è stato possibile bere più a lungo da quella splendida fonte! Ah, tempo, grande medico ma perfido tiranno!

Dopo rapidi saluti e piacevoli conversari nel Cortile del Castello, siamo entrati in Teatro, accolti dal Vice presidente del Club Gianluca Poggi in veste di “primo presentatore” (talvolta coadiuvato sul palco dal Presidente del Club, Raffaele Bracci).

Gianluca ha esordito spiegando le finalità dell’evento benefico: l’elargizione di un contributo all’Associazione Onlus “Peter Pan” di Roma, fondata nel 1994 da un gruppo di genitori di bambini malati di cancro,  per sostenere soprattutto altre famiglie di piccoli pazienti costretti a trasferirsi a Roma per curarsi. Nel 2004 l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì all’Associazione la Medaglia d’Oro per meriti nella Sanità Pubblica.

Dopo questa breve introduzione, Gianluca ha chiamato sul palco il collega – e poeta – Guido De Paolis che, pur essendo tifoso giallorosso, aveva entusiasticamente aderito all’invito a partecipare all’evento. Guido De Paolis ha scritto il superbo libro di poesie “Noi dentro di noi”, ed è una sua realizzazione anche la poesia su San Francesco, “incisa” su legno e ceramica, ed esposta nel convento della Basilica di Assisi.

Guido non si è sottratto all’affettuosa schermaglia sul palco col nostro Vice presidente, e ha poi recitato una poesia sull’archetipo della madre; la poesia ben si adattava all’evento, illustrando la “sfera della vita” della madre, pronta a tutto dare e a poco chiedere. Il pubblico l’ha salutata con un caloroso applauso, attestato della semplicità personale e della capacità espressiva e di condivisone promananti da Guido.

Subito dopo, è salito sul palco il Presidente del nostro Club Raffaele Bracci, il quale ha ribadito le finalità dell’evento benefico che, oltre al contributo in favore dell’Associazione “Peter Pan”, trattava anche di nozioni di primo soccorso impartite dalla Croce Rossa. Per illustrare l’argomento, Raffaele Bracci ha chiamato sul palco il figlio Francesco, Istruttore della Croce Rossa, che ha risposto a una breve intervista sulle sue competenze in materia di primo soccorso, delle quali avrebbe dato dimostrazione poco prima della fine dello spettacolo.

Gianluca Poggi ha dipoi introdotto il cantante e autore Tony Malco che, dopo aver risposto al saluto e a una breve presentazione, ha eseguito due brani: “Ehi” e “La voce del silenzio” (quest’ultimo brano, composto da Mogol, Paolo Limiti ed Ezio Isola, fu cantato nel Festival di Sanremo 1968 da Tony del Monaco e Dionne Warwick).

Lo spettacolo è continuato con l’ingresso sul palco del comico-cantante-attore romano (e, purtroppo, romanista!) Gabriele Marconi, che si è esibito in una decina di imitazioni: Antonio Lubrano – pare sia un suo cavallo di battaglia – Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Bruno Vespa, Luca Giurato, Francesco Totti e Papa Francesco… Senz’altro notevole, a nostro modesto parere, è stata la recita della poesia “ ‘A livella”, composta dal grande Totò; perbacco, e anche perdinci, eziandìo: sembrava proprio lui! Sia come timbro di voce, sia come lingua parlata (quel napoletano che, soltanto ai tempi di Cola di Rienzo, era strettamente imparentato col nostro romanesco, definito a pieno titolo “dialetto meridionale”; poi, si sa, nei secoli XV e XVI a Roma c’erano tanti pellegrini e – soprattutto – tanti mercanti fiorentini, che il loro “vernacolo toscano infusero in bocca romana…”).

L’esibizione di Gabriele Marconi ha fatto da apripista a quella del Maestro Edoardo Guarnera, tenore romano discendente da una famiglia di musicisti (e presentato da Gianluca Poggi come tifoso laziale).

Edoardo non ha potuto trattenersi molto, essendo atteso in Rai per una registrazione; ma ci ha offerto due saggi della propria arte, cantando un brano “classico popolare”, ispirato alla canzone napoletana, “Caruso” (Lucio Dalla, che grande laziale saresti stato, se avessi tifato per noi!), e la romanza “Nessun dorma” (non ci sono riferimenti alla difesa della Lazio!) della Turandot di Giacomo Puccini.

Dopo una breve presentazione, Gianluca Poggi ha chiamato sul palco Raffaele Bracci e la Rappresentante della Associazione Onlus “Peter Pan” la quale, a sua volta, ne ha brevemente raccontato la storia e spiegato le attività. La signora ha poi ricevuto dalle mani dei Soci Matteo Mastrella e Francesco Bracci l’assegno simbolico della nostra offerta (che, lo ricordiamo, ammontava a millecinquecento euro).

Dopo due minuti, ha fatto irruzione sulla scena il cabarettista romano Marco Tana, urlando: “Stop!” “Stop!” e, avvicinatosi al palco senza salirvi, ha improvvisato a braccio un esilarante sketch nel quale ha mescolato la famiglia tradizionale (dove imperavano i nonni), la famiglia moderna e le diavolerie tecnologiche (con particolare riferimento agli smartphone che si usano “touch screen” e quindi, a furia di strofinarci le dita – per rispondere a una chiamata, per esempio – sporchi il display e non ottieni niente).

L’intervento di Marco Tana ha preceduto il secondo di Guido De Paolis, che ha recitato una poesia sul tema del borgo natio      (Guido, per esempio, è nato e risiede a San Vito Romano). Al termine della declamazione, il pubblico gli ha tributato un applauso che, secondo noi, ha superato in intensità quello che gli era stato tributato dopo la recita della poesia precedente.

Lo spettacolo volgeva al termine. Gianluca Poggi ha chiamato sul palco Raffaele Bracci, e gli ospiti per i ringraziamenti. Come detto, mancava Edoardo Guarnera, impegnato con la Rai. Tony Malco, simpaticamente boicottato dai fonici (che non si decidevano a far suonare la “base” giusta), ha poi eseguito l’inno “Vola Lazio vola”, applaudito a scena aperta dal pubblico presente.

Ultimo, ma non per importanza, l’intervento di Francesco Bracci sulle tecniche di primo soccorso insegnate dalla Croce Rossa. Francesco ha fornito un’esauriente spiegazione delle tecniche in parola (precisando, inoltre, che il numero telefonico 112 è stato determinato come numero unico di emergenza in occasione del Giubileo di Papa Francesco), dopodiché – coadiuvato da Matteo Mastrella – ha eseguito la dimostrazione, servendosi anche di un manichino  appositamente preparato.

A fine spettacolo, ci siamo ritrovati tutti nel Cortile del Castello, per un piccolo rinfresco, e un beneaugurante “Arrivederci a Castelporziano” che, speriamo, sia location per altri eventi organizzati dal nostro Club.

Approfittiamo di questa chiusa per ringraziare chi ha reso possibile lo svolgimento del riuscitissimo evento, con particolare riguardo per il Dottor Flavio Salvadori, Vice Segretario Generale Amministrativo, il Dottor Luigi Delli Paoli – fervente laziale – Capo del Servizio tenuta e giardini, il Dottor Guarra, Capo del Servizio Intendenza, e tutto il suo staff, il Dottor Daniele Cecca, Responsabile della Direzione tecnico-agraria della Tenuta. Non ultimi, ringraziamo anche i Carabinieri in servizio presso “Porta Principale” (così ci piace definire l’entrata sulla Via Cristoforo Colombo) della Tenuta presidenziale di Castelporziano

Ci sia infine concesso di salutare tutti i Soci del Lazio Club Quirinale 1900, che invitiamo a prepararsi per intervenire numerosi al prossimo evento che si svolgerà sabato 26 novembre 2016. D’accordo, l’evento deve ancora essere organizzato, ma noi laziali diamo sempre prova di affidabilità e partecipazione anche e soprattutto precorrendo i tempi, come è avvenuto – siamo fieri di ribadirlo –  in occasione della raccolta di fondi per le popolazioni colpite dal terremoto.

 

F O R Z A  L A Z I O!

 

VIVA IL LAZIO CLUB QUIRINALE 1900!

 

Marco Bindi

Il Giardino

La speranza nella casa-famiglia

È sempre la mattina del 7 marzo quando il “Lazio Club Quirinale” decide di dar seguito all’iniziativa della ludoteca del Bambino Gesù recandosi alla casa-famiglia “Il Giardino”, a cui consegnerà pannolini, giocattoli e materiale didattico utili per le loro attività.

Siamo nella periferia sud della città e il rombo degli aerei proveniente dall’aeroporto di Ciampino ci accompagna lungo la via Appia. La scia di un velivolo in decollo delimita il confine dello scalo aeroportuale separando l’omonimo comune dall’agglomerato urbano di Santa Maria delle Mole. Un piccolo centro nato negli anni del boom economico sull’onda di uno scriteriato allargamento urbanistico dell’area metropolitana di Roma. Le case si susseguono una dopo l’altra, affogate in uno spazio sempre più ridotto. Anche il navigatore satellitare tarda a dare un segnale e la ricerca dell’indirizzo risulta più difficile del previsto.

La delegazione presente al Bambino Gesù si arricchisce di altri componenti, giunti per l’occasione dalla lontana Civitanova Marche. Il filo sottile della solidarietà ci unisce. È come se la distanza fosse solo apparente e il vociare armonico dei bambini giungesse con il teletrasporto anche in luoghi lontani senza essere attenuato.

All’ingresso siamo ricevuti dalla dott.sa Temperini, responsabile della struttura. Ci spiega come all’interno siano ospitati undici bambini in attesa di adozione. L’obiettivo della casa-famiglia “Il Giardino” è gestire la fase di transizione che va dall’affidamento del giudice minorile all’ingresso nella nuova famiglia affidataria. È una fase cruciale che determina la riuscita della futura adozione. Per tale motivo, al fine di ricreare intorno al bambino un clima di serenità e di fiducia nelle persone adulte, presso la struttura lavorano solo operatori socio-pedagocici a tempo pieno, garantendo cosi’ ai bambini la necessaria continuità educativa. L’abitudine di vedere sempre le stesse persone rafforza nel bambino la sicurezza nell’ambiente che lo circonda e lo prepara al meglio in questa fase transitoria. Il sistema educativo adottato si basa sull’insegnamento della dott.sa Maria Montessori, in cui il bambino non è il mero destinatario di un’azione caritatevole altrui, ma è un soggetto attivo, partecipe delle scelte che lo riguardano. In tal senso l’adozione è vista non come un risarcimento riparatorio ma un’opportunità concreta per il suo sviluppo. Anche la casa è mobiliata secondo il criterio del metodo Montessori. Ogni oggetto è a portata di bambino che in piena autonomia sceglie e gestisce le cose di cui ha bisogno: dal lettino posizionato ad un’altezza molto ridotta e non dotato di sbarre, ai sanitari del bagno di dimensioni ridotte per facilitarne l’uso.

Nella breve visita della casa siamo travolti da emozioni difficilmente descrivibili. Il sottile senso di colpa che sopraggiunge ogni volta che avvertiamo il disagio di non aver fatto il possibile, di non aver, nella nostra responsabilità generazionale, costruito una società migliore per le generazioni future si mescola all’orgoglio per aver posto un ulteriore tassello nel nostro mosaico di solidarietà. Ma l’idea di risolvere i problemi globali è pura utopia, e seguirla oltre ogni ragionevole congettura sarebbe stupido. Ciò che più conta è non aver messo da parte l’immaginazione e l’umano senso di pietas contro il dilagante menefreghismo che ci circonda. Non avremo mai fatto abbastanza, ma almeno oggi ci abbiamo provato. E quel raggio di sole che rifletteva la rugiada del Gianicolo e che ci ha guidato fino alla casa-famiglia “Il Giardino” ce lo teniamo stretto, e ci scalderà l’anima ogni volta che vedremo un bambino giocare, o chissà leggere i suoi appunti scritti con una penna e un foglio da noi regalati.

 

Matteo Mastrella

Bambin Gesù

Dal Quirinale alla ludoteca del Bambin Gesù

La nebbia della mattina dirada non appena la strada sale sul declivio del Gianicolo. A marzo il giorno comincia a rimontare la notte e i raggi del sole scaldano flebilmente i corpi intorpiditi dal lungo inverno. Il calore che ci pervade ha però oggi una natura differente. Proviene direttamente dal cuore che scalda e muove la mente per condurci alla ludoteca dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
E’ sul colle del Gianicolo che ha inizio il percorso di solidarietà del “Lazio Club Quirinale”. Andiamo a far visita ai bambini degenti in questo famoso nosocomio romano per regalare e regalarci un sorriso. Il nostro è solo un piccolo gesto, un raggio di sole che riverbera la rugiada del mattino e si perde nella città ancora addormentata ai nostri piedi. Il panorama è da togliere il fiato e in lontananza il profilo del Palazzo del Quirinale riflette l’eco di tutti i soci che hanno contribuito alla raccolta del giocattolo e del materiale didattico da destinare alla ludoteca.
ludotecabambingesu'1Entriamo all’interno della struttura con il cuore gonfio d’orgoglio per aver portato a termine un’iniziativa benefica fortemente voluta. In ogni gesto c’è la consapevolezza di aver dato consistenza ai principi di solidarietà ispiratori del nostro club. I responsabili della ludoteca ci rendono subito partecipi dell’attività didattica che si svolge all’interno. Uno spazio di svago in cui i bambini si distraggono da ciò che è loro intorno, ricreando un ambiente più idoneo alla loro tenera età. Un luogo per sognare o più semplicemente “familiare” che sfugge alla loro condizione di piccoli pazienti. Un momento per ritrovare il sorriso e affrontare il disagio con l’innocenza e l’inconsapevolezza che rende inerme il mondo dei grandi. La speranza che ci accomuna è che la ludoteca, nel volgere di breve tempo, possa essere per loro solo un ricordo sbiadito, cadere nel dimenticatoio di una vita “normale” di bambini divenuti uomini.

E nell’antico gioco di sentirsi adulti, persi nel loro “west” tra indiani e cowboys, scoprirsi ancora piccoli dove tutto è fantastico e dove i nani sognano di essere giganti.
Abbiamo cercato, noi che eravamo li’, di portare tutto il vostro affetto che ha riempito non solo i cartoni contenenti il materiale raccolto ma l’intera giornata. Di colpo il sole splende alto nel cielo, della rugiada non c’è più traccia e sull’erba bassa spira ora solo un vento di speranza.
Questa è la prima tappa di un viaggio, un inizio materiale e immateriale che, come nelle credenze pagane nel dio Giano, da cui il Gianicolo trae il nome, volge lo sguardo al futuro lungo una linea retta immaginaria che ha origine nelle cose passate. La testa bicefala con cui è raffigurato il dio segna il percorso nelle due direzioni opposte che dall’omonimo colle del Gianicolo ci condurrà oggi stesso alla casa-famiglia il “Giardino” per la seconda iniziativa di solidarietà del “Lazio Club Quirinale”.

Matteo Mastrella


Lettera di ringraziamento

                                                                                              Gentile Dottor Flavio Salvadori

Vice Segretario Generale Amm.vo

Presidenza della Repubblica

Palazzo del Quirinale

00187 Roma

Roma, 18 aprile 2016
Gentile Dottor Salvadori,

ringrazio Lei e tutti i Suoi collaboratori per aver inteso sostenere la Fondazione Bambino Gesù, con una donazione di materiale ludico a vantaggio delle attività di laboratorio dei piccoli pazienti ospedalizzati.

Un atto di amore il Vostro, che sarà di grande sostegno per i tanti bambini che sono costretti da lunghi percorsi di malattia a trascorrere molti mesi in Ospedale.

Come potrete immaginare, il Vostro gesto di generosità, assume un valore ancora più grande perché ci consente di proseguire con forza e determinazione l’impegno quotidiano a vantaggio di tanti bambini e delle

loro famiglie.

 

Cordiali Saluti e grazie di cuore

 

Cynthia Russo

Responsabile

Fund Raising e Comunicazione Sociale

Fondazione Bambino Gesù