Solidarietà

A fianco del popolo ucraino

Domenica 13 Marzo presso la struttura dell'Oasi Park si è svolto uno spettacolo di solidarietà, organizzato tra gli altri dall'associazione del Caprifoglio Onlus, con lo scopo di raccogliere materiale sanitario, alimentare, vestiario, da destinare alla popolazione ucraina vittima della guerra scatenata dalla Federazione Russa. Il Lazio Club Quirinale ha voluto abbracciare l'ennesima esemplare iniziativa della Caprifoglio Onlus a cui rivolgiamo il nostro più sentito encomio. Ci preme ringraziare tutti i soci che hanno contribuito e reso possibile questa nuova iniziativa di solidarietà con la speranza di un cessate il fuoco immediato e l'apertura di un tavolo negoziale che abbia la pace come unico epilogo.

Matteo Mastrella

Cari amici, questa mattina David Melandri ha provveduto a consegnare al Parroco Marco Semehem, della chiesa Ucraina Santa Sofia di Roma, tutto il materiale raccolto domenica scorsa.
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa grazia alla quale sono stati raccolti oltre 10 quintali di materiale sanitario, farmaci, alimenti, indumenti e giocattoli.
Un ringraziamento a Maurizio Battista, Gabriele Pellegrini (in arte Dado) Sequestrattori Christian Barbara, Andrea Fiodi Ramas, Mattia Carola e Simone Dilaghi per aver partecipato.
Ringraziamo inoltre Asso Tutela, Oasi Park e il Lazio Club Quirinale per aver compartecipato all’organizzazione.
Un caro ringraziamento anche a Terza Pagina Magazine e Alessandro Scarnecchia per il prezioso contributo.
Un doveroso ringraziamento va anche a tutti i volontari che si sono adoperati per dividere e confezionare tutto il materiale raccolto.
Grazie
Il Caprifoglio Onlus
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Aico e Lazio Club Quirinale per Ettore

Il Lazio Club Quirinale 1900 e A.I.C.O. ancora insieme per Ettore

Dalla collaborazione tra A.I.C.O., Associazione Il Caprifoglio Onlus, e il Lazio Club Quirinale 1900 è nata una nuova idea in favore di Ettore, bomber della squadra degli Augestei F.C.

Tra le tante iniziative di solidarietà, portate avanti con mirabile entusiasmo da parte dei volontari dell'A.I.C.O, il progetto "In campo con noi" ha dato vita alla squadra degli Augustei F.C., formata perlopiù da ragazzi disabili.  Lo sport e la socializzazione di gruppo sono il motore di questo progetto di inclusione che vede  ragazzi diversamente abili confrontarsi nello svago e nell'attività fisica con altri ragazzi normodotati. La naturalezza, la semplicità e le ovvietà di uno sport popolare come il calcio sono la chiave per annullare le differenze e per accrescere il senso di autostima.

Il Lazio Club Quirinale nel suo debutto ufficiale incontrò gli Augustei F.C. rinsaldando con la Caprifoglio Onlus una amicizia che dura ormai da anni. Il ricordo di quell'incontro è ancora vivo e tra tutti i giocatori della loro squadra il  bomber Ettore è rimasto particolarmente impresso per aver infilato la nostra porta più di una volta. Attraverso l'impegno e la persuasione dei nostri consiglieri Mario e Cesare la S.S. Lazio ha donato la maglietta ufficiale di Luis Alberto, la numero 10. Non poteva esserci miglior omaggio per Ettore che da consumato attaccante d'area di rigore potrà sfruttare gli assist di uno dei calciatori più forti d'Europa nella specialità...

Complimenti ad Ettore ... e segna sempre lui!!

Il Lazio Club Quirinale 1900 e A.I.C.O. ancora insieme

Matteo Mastrella

LCQ PER IL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA DEL BAMBINO GESU’

LCQ PER IL REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA DEL BAMBINO GESU’

Sono passati almeno 25 anni da quando sono andato a teatro per vedere una rappresentazione del gruppo teatrale del Quirinale. Partecipai con la mia fidanzata che a breve divenne mia moglie.

Quanta acqua e' passata sotto i ponti!!

Poi tre settimane fa' ho visto una locandina che recitava: la compagnia "Teatranti di Montecavallo" in collaborazione con il Circolo Dipendenti Quirinale portera' in scena lo spettacolo "12 rose rosse" presso il teatro di Castel Porziano.

Il teatro di Castel Porziano, un gioiellino da 90 posti, situato all'interno della tenuta, quasi abbandonato e che ha rivisto la luce negli ultimi anni su iniziativa del nostro Lazio Club per organizzare due eventi di beneficenza meravigliosi. Forse abbiamo dato l'input ai vertici della nostra amministrazione per ristrutturarlo e aprirlo per altri eventi simili. Infatti, continua la lettura della locandina, l'intero incasso di queste rappresentazioni sara' devoluto al dipartimento di oncoematologia dell'ospedale pediatrico del Bambino Gesu'. Mi e' venuta subito la voglia di partecipare per aiutare la causa ma anche per curiosita' di rivedere qualche mio collega recitare. Poi, riflettendoci un po' sopra, ho pensato che potevamo fare di piu'; possiamo destinare il corrispettivo di spesa equivalente ai consueti regalini di natale che il nostro consiglio avrebbe destinato ai soci del club. Cosi' collaboriamo ad alzare l'incasso per il Bambin Gesu' con il quale abbiamo gia' collaborato anni fa un paio di volte. Condividendo la finalità con i miei amici presidenti e consiglieri del club abbiamo deciso di partecipare. Arrivata la sera della prima mi sentivo emozionato, ma appena entrato nel teatro, pieno per l’occasione, e vedendolo ristrutturato mi e' passato tutto. Mi e' rimasta solo la curiosita' di vedere questi amici colleghi cimentarsi sul palco. Con mio immenso stupore ho visto dei veri e propri professionisti, attori incredibili che divertendosi a recitare hanno divertito anche il pubblico presente. Tanto stupore, tante risate ma soprattutto tanti applausi per delle persone meravigliose che salgono sul palco sapendo che le loro perfomance aiutano a raccogliere dei fondi per strutture che si impegnano a migliorare le condizioni di chi e' stato meno fortunato di noi. La serata si conclude con i consueti ringraziamenti per tutti coloro che hanno fatto si che si potesse svolgere la manifestazione; per ultimo sono stato invitato sul palco per fare la nostra donazione verso questa meravigliosa iniziativa. In quel momento, confesso, un po' di emozione mi e' tornata nel parlare, ma sono stato contentissimo di rappresentare tutti i soci del nostro club, ai quali faccio un grande ringraziamento per il sostegno che ci danno sempre, e anche perche' l'assegno l'ho consegnato nelle mani del presidente del Cral Quirinale Luigi, mio amico da sempre ma soprattutto grande tifoso romanista!!!! le sue parole nel ringraziarci del bellissimo gesto mi sono entrate nel cuore e li rimarranno per sempre.

Sono sicuro che tutto il Lazio Club Quirinale non veda l'ora che arrivi il prossimo evento di beneficenza per continuare a fare del bene e per ricordare a tutti che la lazialita' e' anche un grandissimo valore morale.

Gianluca Poggi

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Incontro di calcio Lcq1900 vs Gli Augustei

Incontro di calcio Lcq1900 vs Augustei

Il 22 giugno 2019 ha segnato il debutto ufficiale della squadra di calcio del Lazio Club Quirinale.

Nel primo giorno effettivo d’estate, con un cielo coperto e l’inevitabile cappa di afa, indomiti atleti del nostro club hanno sfidato, in una partita all’ultima goccia di sudore, gli Augustei, squadra di riferimento della Onlus “Il Caprifoglio”, composta perlopiù da ragazzi disabili. Il loro percorso terapeutico, maggiormente per chi è affetto da sindrome di down e di autismo, prevede lo sviluppo delle loro capacità relazionali anche attraverso la pratica sportiva. Gli Augustei nascono dal progetto “In Campo con Noi” e dalla germinazione dei progetti di inclusione sociale che la Onlus “Il Caprifoglio” porta avanti ormai da anni. Non poteva quindi esserci occasione migliore per il nostro debutto ufficiale. Di fronte alla possibilità di giocare questa partita dai mille significati non abbiamo esitato un istante raccogliendo il guanto di sfida dei nostri amici Augustei. La nostra squadra è stata costituita soprattutto per questi scopi e chissà se, nel prossimo futuro, non possa coltivare anche qualche velleità agonistica.

Il campo è lo “Sporting Club Augustea” in zona Centocelle e alla spicciolata tutti i giocatori prendono parte ad un sommario riscaldamento. Prima del fischio d’inizio, le foto di rito immortalano le nostre divise, ancora immacolate. Anche per loro è la prima volta e inesorabilmente l’ultima in cui appariranno così belle, prima di essere allentate dai nostri busti non ancora pronti alla prova costume. Altre foto mescolati ai nostri avversari suggellano l’amicizia tra il Lazio Club Quirinale e la Onlus il Caprifoglio.  Fa molto caldo e un plauso va al nostro club che ha scelto di sacrificare qualche ora di refrigerio al mare per partecipare con grande orgoglio a questo evento. Giovani e meno giovani, padri e i loro figli giocano con grande entusiasmo, dispensando anche qualche buona trama di gioco. A dire il vero si gioca una partita nella partita. Sono molte le emozioni e i momenti di divertimento che la interrompono nel suo canonico sviluppo. Poco importa, oggi l’agonismo non ha varcato neanche il cancello. Lo scopo è divertirci con i nostri amici che con la loro proverbiale e genuina schiettezza ci apostrofano, in modo bonario, come “vecchi”. Un modo diretto e disarmante che non lascia però spazio alle interpretazioni frenetiche e distorte della vita quotidiana, generatrici di vendette e rancori. Solo il sorriso è ben accetto.

I nostri avversari vanno in gol a raffica, cerchiamo di replicare e mantenere la partita in parità, quando Ettore, il loro centrattacco, reclama un rigore, quantomeno dubbio alla prova del Var. Va sul dischetto e intima al nostro portiere la parte opposta a quella di tiro. Inutile dire che la palla va in gol e Ettore e tutti gli Ettore di oggi vengono sommersi dagli abbracci dei compagni e degli avversari.  Un’ altra sospetta azione d’attacco dei nostri avversari, viziata da un più che evidente fallo per carica al portiere, genera una mischia furibonda all’interno della nostra area di rigore che non riusciamo a risolvere. Alcuni di noi, nel tentativo di un goffo rinvio della palla, cadono a terra meritando pienamente l’appellativo di “vecchi” affibbiatoci prima. La palla danza ancora sospetta sulla linea di porta quando Simone, altro cecchino infallibile degli Augustei, sigla la marcatura che fa prendere il largo ai nostri avversari. L’inerzia della partita ormai è definitivamente segnata a nostro svantaggio. Ettore segna ancora e poi doppietta di Francesco e ancora Diego, Federico e, fino a perdere il conto, tutti gli altri Augustei che non cito per brevità e amor proprio di squadra. Al triplice fischio finale ci ritroviamo al centro del campo su idea di uno straripante Ettore che invita tutti noi, abbracciati a maglie alternate, ad un minuto di silenzio in memoria del suo idolo Davide Astori, indimenticato capitano della Fiorentina morto prematuramente nel pieno della sua attività agonistica. Ognuno di noi ha avuto modo di pensare al “suo Davide Astori” volato in cielo e a quanto sarebbe stato orgoglioso nel vederci impegnati in questa partita di beneficenza. Con il cuore in tumulto sciogliamo le nostre emozioni al fischio che decreta il rompete le righe.

Al termine della partita, a margine di un rigenerante aperitivo, la piccola cerimonia finale ha visto la consegna ai nostri amici Augustei delle medaglie commemorative dell’evento. Non sarà stata la passarella di premiazione della finale di Champions League ma è stato ugualmente emozionante vedere l’orgoglio dei nostri amici nel portare al collo le decorazioni con cui sono stati fregiati. Non c’erano né la fanfara né i fuochi pirotecnici, la sola musica proveniva dal nostro battito di mani e dalle rituali voci fuori dal coro che rompono il silenzio.

Il risultato finale della partita è ininfluente, hanno vinto come sempre l’amicizia e l’inclusione e la solidarietà ha prevalso sull’agonismo.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato, sia ai giocatori sia a coloro che hanno presenziato sugli spalti. Un grazie particolare a Gabriele che a bordo campo ha ripreso tutto come nelle più importanti cerimonie a Palazzo, permettendo anche a chi non c’era di rivivere una giornata memorabile.

Viva gli Augustei e viva il Lazio Club Quirinale!!!

Matteo Mastrella

Anti-Cipo Onlus e Lcq insieme a Castel Porziano

Anti-Cipo Onlus e Lcq insieme a Castel Porziano

Il 28 aprile 2018 si è svolto presso il teatro di Castel Porziano, all’interno della tenuta presidenziale, lo spettacolo di beneficenza a favore della “Anti-cipo” Onlus organizzato dal “Lazio Club Quirinale 1900”.

Per la seconda volta, dopo la prima edizione del 2016 a sostegno della “Peter Pan” Onlus, il piccolo teatro di Castel Porziano, affascinante bomboniera all’interno dell’antica residenza di caccia della famiglia Savoia, fa da cornice alla rappresentazione teatrale magnificamente diretta dall’attrice e presentatrice Francesca Ceci. E’ lei a curarne la direzione artistica con una scaletta frutto delle sue esperienze teatrali a fianco di importanti artisti come Brignano, Montesano, Lillo&Greg, e cinematografiche in produzioni italiane ed estere.

La tenuta presidenziale, per l’occasione, veste il suo migliore abito da sera, presentando all’orizzonte, al volgere del tramonto, un evocativo color arancio condito da un inebriante profumo di primavera. La leggera brezza marina trasporta dalla vicina spiaggia le essenze dei caratteristici arbusti delle dune mediterranee. Sono gli stessi sapori e gli stessi odori che ritroviamo nei versi della prima poesia “Mani viola” con cui il poeta Guido De Paolis apre la serata, a cui seguiranno “Fammi resuscitare”, autentica elegia della figura della mamma e “Tu che non sai” dove la più alta delle arti incontra l’amore. L’anima commossa del pubblico che riempie il teatro è pronta a cambiare repentinamente il suo stato per offrire al vulcanico cabarettista Marco Tana, nelle vesti dell’ubriaco, il naturale lasciapassare ad un oceano di fragorose risate. Il suo è un gradito ritorno che riempie la sala di allegria, e poi d’incanto, in un’alternanza di emozioni contrastanti, l’introspettiva “Voce del silenzio” della cantante Daphne Barillaro riporta il pubblico in una dimensione più intima, più vicina alle corde del cuore. Il modo in cui interpreta questa canzone non toglie nulla, per sentimento ed estensione vocale, a quella di Mina che la rese celebre negli anni ’60. Chissà quanti in sala erano già nati in quegli anni, di certo non i tanti bambini che aspettano trepidanti le magie del mago Lupis. L’artista, vincitore nel 2014 del campionato nazionale di categoria e protagonista di esibizioni esilaranti in teatro e in tv e nella fortunatissima trasmissione “Edicola di Fiorello”, ha deliziato la platea con giochi di carte, corde e bacchette riuscendo nella sua magia più difficile: trasformare gli adulti in “bambini già grandi”. Quando Francesca Ceci torna sul palco le luci si fanno soffuse, i corpi illuminanti del retropalco proiettano una tenue sfumatura di azzurro, la stessa tinta del principe che Valentina -  personaggio nato dalla penna del regista Massimiliano Bruno e interpretato dalla stessa Francesca Ceci -  brama e desidera e che, per l’occasione, ha le sembianze del bravissimo attore Sebastiano Colla, già protagonista nella soap tv “Un posto al sole”. I due recitano in maniera simbiotica, declinando il loro amore nelle differenti fasi della loro vita. L’amore nasce da bambini sui banchi di scuola, si trasforma nel platonico sentimento adolescenziale, assume le fattezze del carnale effluvio giovanile e diviene, nella sua fase matura, la prigione di una giovane donna in preda alla violenza del marito. La scelta dei due attori di portare in scena il tema del “femminicidio” appare quanto mai appropriata e stende un velo di riflessione sul pubblico prima dell’interruzione della prima parte dello spettacolo.

Dopo un momento di convivialità consumato nel cortile del castello, la serata riprende con le note di “Un amore così grande” tanto cara alla nostra aquila nel solstizio d’estate del 1987. E’ sempre la voce magistrale di Daphne Barillaro a rendere ancora attuale l’epopea dei grandi tenori. Daphne Barillaro è un’artista di spiccata poliedricità che l’ha portata in carriera a trionfare nel 1997 al SuperKaraoke di Fiorello e duettare con il grande tenore Edoardo Guarnera, protagonista della prima edizione del 2016 a Castel Porziano con la sublime interpretazione del “Nessun dorma”. Neanche il tempo di tributare un lungo e meritato applauso che dalla porta d’ingresso irrompe ancora una volta Marco Tana. I suoi sketch e le sue parodie riflettono trame di vita quotidiana dove il grottesco ed il linguaggio, seppur mai sotto il livello di trivialità, colorano ogni scena strappando sempre una risata. Ciò che colpisce in Marco Tana è la sua capacità di condire momenti di vita reali con l’autoironia in un crescendo costante di risate senza mai risultare scontato e banale. Il pubblico in sala, euforico e partecipe, è ormai pronto a vivere il momento forse più atteso con l’esibizione di Edoardo Vianello accompagnato dal coro “CorEdo”. Esegue le prime canzoni senza l’ausilio dell’accompagnamento musicale e veste il teatro della sua sola voce. Solo grazie all’intervento dei tecnici Gabriele Spaziani, Fabio Santamaria e del Service “DesaTech” i pezzi storici del suo repertorio “Pinne, fucile ed occhiali”, “Guarda come dondolo”, che lo portarono nel 1962 alla ribalta della scena musicale italiana, suonano armonici prima dell’ingresso sul palco della cantante Wilma Goich e del “CorEdo”. L’ensemble di questi artisti -  Ismolli Elfrida, Alfano Isabella, Paulicelli Michele, Perrella Mariano, De Razza Maurizio, Biasini Gioia, Tapparelli Patrizia, Cesaroni Mariella, Pallotta Maurizio, Convertito Vincenzo, Iadeluca Ilaria, Perilli Chiara, Coladarci Alessandro, Bossoli Letizia, Sgrò Francesco – riproduce le note musicali attraverso l’uso strumentale della voce. L’accompagnamento così composto consente l’utilizzo di seconde voci a differenti tonalità che duettano alternativamente con quella principale. Il risultato finale è uno swing corale che riproduce musicalmente i brani storici del maestro Vianello. Non potevano mancare le canzoni evergreen “Abbronzatissima” e “I Watussi” che il pubblico di ogni età, conoscendone ogni parola, le intona in simultanea. In questo momento di esaltazione collettiva anche la presentatrice Francesca Ceci si unisce al coro “CorEdo” di cui organicamente fa parte. La serata vive in un crescendo di emozioni in attesa del momento più alto e che più ci sta a cuore. Deve ancora essere raccontata la storia di una donna straordinaria, Serena Grigioni e della Onlus “Anti-cipo” da lei fondata. Sulle quinte salgono le rappresentanti dell’associazione e la stessa Serena Grigioni che con coraggio e voce ferma riferisce della sua storia personale, contenuta all’interno di un libro da lei scritto “Finchè si è in piedi si va in scena”, dove è la vita il naturale palcoscenico e non più il piccolo palco del teatro di Castel Porziano. Il titolo del libro, in vendita sul sito dell’associazione www.anticipoonlus.com, è la metafora esatta con cui la “Anti-cipo” onlus intende reperire fondi per finanziare la ricerca sulla Neuropatia delle Piccole Fibre Periferiche e Autonomiche, una malattia degenerativa del sistema nervoso periferico le cui cause molto spesso non sono note. La ricerca scientifica e la diagnosi precoce per prevenire in anti-cipo la sintomatologia della malattia sono le due strade che l’associazione intende perseguire, ma che ad oggi purtroppo non hanno dato i frutti sperati. L’associazione prende linfa dalle libere donazioni, dalla “singole gocce d’acqua” nel mare. “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Il “Lazio Club Quirinale” ha voluto versare la sua goccia, nella speranza che questo mare diventi un oceano.

La serata si chiude sulle note del nostro inno, dove l’aquila e la speranza volano alte nel cielo all’insegna della vittoria e della solidarietà. Come sempre il nostro grazie va a tutta la squadra del “Lazio Club Quirinale” e al nostro essere comunità.

Matteo Mastrella

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LCQ VISITA LA CASA DEL “GRANDE CUORE DI FLAVIO”

Sabato 21 Aprile 2018 una delegazione del Lazio Club Quirinale 1900 ha fatto visita all’associazione “Il grande cuore di Flavio”. Un altro piccolo grande gesto di solidarietà!
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CHI SIAMO

L’associazione di Volontariato IL CUORE GRANDE DI FLAVIO nasce il 18 marzo 2015, per volere dei genitori di Flavio, per aiutare chi è colpito da malattie onco-ematologiche in età pediatrica.

L’impegno dei volontari è volto a:

  • dare un concreto sostegno psico-fisico ai bambini e alle famiglie, durante e dopo la malattia, per affrontare il mondo dell’ospedale e per facilitarne il reinserimento in società;
  • migliorare la qualità della vita di bambini e adolescenti affetti da malattie oncologiche, attraverso iniziative che creino le condizioni per percorsi terapeutici sempre più adeguati;
  • sensibilizzare sul tema dei tumori in età pediatrica e della solidarietà verso chi è meno fortunato, a partire dalle scuole;
  • informare il pubblico sui temi attinenti alle finalità dell’associazione;
  • organizzare eventi con raccolta fondi per promuovere e sostenere le ricerche in campo oncologico pediatrico, al fine di favorire lo sviluppo e la divulgazione di studi scientifici per creare condizioni di cure e terapie sempre più efficaci, a beneficio delle persone malate, nonché per favorire la prevenzione e la diminuzione del rischio di insorgenza di malattie oncologiche (es. l’evento “Correndo con Flavio”, ogni anno ad ottobre).
  • Condurre una vita normale, è quello che si deve cercare di fare, per distrarre il più possibile il malato oncologico, perché lui sa perfettamente a quali rischi va incontro, anche se parliamo di un bambino (ricordiamo che la malattia fa crescere in fretta).
  • L’associazione vuole spiegare che le malattie oncologiche non sono contagiose, portano tanta sofferenza al malato e alla sua famiglia, ma non sono soli: un sorriso, una chiacchierata, una passeggiata, una suonata/cantata in compagnia aiutano a dimenticare. Il ruolo di ognuno è fondamentale.

LA CASA DI FLAVIO

Lo scorso 12 aprile, nel piazzale della Stazione Tuscolana di Roma, è stata inaugurata “la casa di Flavio”. Si tratta di una struttura per accogliere le famiglie fuori sede dei piccoli pazienti oncologici del Bambin Gesù (tre famiglie di ¾ persone  per volta), in un’atmosfera calorosa come a casa propria.

Offriamo alloggio, ma anche vitto di prima necessità e sevizio di accompagnamento a/dall’ospedale.

Una squadra di volontari supporta le famiglie con uno sportello d’ascolto, attività ludiche, corsi di cucina, passeggiate per la città… tutto nel rispetto delle esigenze e richieste degli ospiti del momento.

Grazie alla disponibilità di parrucchieri e truccatrici  si renderanno le mamme che lo richiedono più belle agli occhi dei loro bambini.

In sintesi “La casa di Flavio” vuole rendere meno triste il forzato soggiorno a Roma.

CORRENDO CON FLAVIO

Ogni anno nel mese di ottobre realizziamo nel magnifico Parco degli Acquedotti di Roma l’evento “Correndo con Flavio” una maratonina per grandi e piccini con lo scopo di diffondere il valore della solidarietà a partire dalla tenera età e raccogliere fondi con cui finanziare un progetto di ricerca scientifica oncologica eseguita nei laboratori dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

PROGETTI

IL CUORE GRANDE DI FLAVIO sostiene , fisicamente ed economicamente, alcuni progetti dell’ospedale nell’ambito del “Progetto Adolescenti – 4 YOU” volto a migliorare la qualità della vita di ragazzi colpiti da patologie onco-ematologiche, supportandoli durante e dopo le cure, riducendo l’isolamento e  migliorandone la socializzazione, attraverso incontri di gruppo, tornei sportivi ed iniziative volte a fare aumentare l’autostima.

“Distrarsi per non pensare” è quello che Flavio aveva scritto in un tema parlando di se.

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LCQ1900 partecipa alla cena di solidarietà della So.Spe.

Ieri sera il Lazio Club Quirinale è stato invitato a partecipare alla cena benefica nel Villaggio So.Spe. di Suor Paola; tra i tanti commensali erano presenti anche ospiti speciali come Maurizio Manzini, storico team manager biancoceleste (in una famiglia di sfegatati giallorossi!!), tre dei nostri Campioni, Ciro Immobile, Stefan De Vrij ed il giovanissimo Pedro Neto, che si sono prestati a servire la tavola, simpaticamente. Ma un’altra sorpresa aveva in serbo la serata: l’arrivo del mitico cronista Guido De Angelis, che ha aperto un’asta con le maglie ufficiali, il cui ricavato sarebbe andato interamente in beneficienza alla So.Spe; la socia Paola Cologgi ha contribuito con 310€, aggiudicandosi la maglia con le firme dei 3 beniamini e permettendoci di lasciare la nostra firma sul muro dei benefattori. L’evento, interamente ripreso da La Lazio Siamo Noi, ha entusiasmato gli animi di tutti i presenti che hanno dato prova di grande generosità e solidarietà, dimostrando che i laziali sono davvero bella gente.

Arianna Tirico

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Il LCQ IN FAVORE DELLA SO.SPE. DI SUOR PAOLA

Domenica 26 Novembre 2017 una delegazione del Lazio Club Quirinale 1900 ha partecipato all’iniziativa di solidarietà a favore della SO.SPE. Solidarietà e Speranza, onlus di riferimento della casa famiglia di Suor Paola.

 

 

IL LAZIO CLUB QUIRINALE SPOSA IL PROGETTO MIRIAM

PROGETTO MIRIAM UGANDA 2016

In Uganda moltissimi bambini, di età compresa tra i 4 e i 17 anni, vivono in completo stato di abbandono ed emarginazione sociale, patendo ogni giorno vessazioni e violenze.
Le motivazioni per cui sono costretti a vivere in strada sono molteplici.
Molti sono orfani, molti sono stati abbandonati dai familiari, alcuni fuggono dagli abusi che subiscono nella loro casa.

L’AICO dal 2013 monitora la situazione nella città di Kabale (Uganda), offrendo quando possibile, assistenza sanitaria e alimentare ai bambini.

Nel 2014 AICO ha inoltrato richiesta alle autorità locali, al fine di cooperare per la costruzione di una centro accoglienza.

Nel giugno 2016 AICO ha avviato il progetto “Miriam” con il quale collaborerà in cooperazione con la Missione Francescana di Rushooka (Kabale) e i missionari laici Giorgio Scarpioni Marta Novati, alla costruzione di una casa-accoglienza dove i piccoli ospiti saranno amati e accuditi.

Individuato il terreno nel villaggio di Rwentobo, a pochi chilometri da Rushooka, nel mese di settembre 2016 iniziano i lavori jdel Centro accoglienza che prenderà il nome di “Father Wembabazi” (Padre Misericordioso) che sarà sostenuto dal progetto “Miriam Uganda” di AICO.

Il 23 settembre 2016 i volontari AICO hanno posato la prima pietra.

Ad ottobre 2016, grazie ai fondi resi immediatamente disponibili dai partner di progetto, la struttura era già quasi ultimata.

Il 13 maggio 2017 i volontari AICO si sono recati a Rwentobo per inaugurare il Centro Miriam.

Il 9 giugno 2017, è stata avviata l’accoglienza e nel primo giorno sono state accolte quattro bambine dai 5 ai 9 anni.

Il 13 giugno 2017 è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Associazione “Salvagente” Italia di Monza, al fine di cooperare per ultimare gli ultimi lavori e per finanziare totalmente le spese di gestione.

Il 1° agosto 2017, abbiamo ufficialmente avviato la scuola all’interno del Centro Miriam. Sono state formate due classi, una seguita dalla neo assunta maestra e la seconda da Suor Marta (della congregazione della Divina carità) la quale ha espresso la volontà di collaborare con noi per istruire le bambine e soprattutto creare momenti di incontro con le famiglie di provenienza.

Oggi nel Centro Father Wembabasi vivono 20 bambine in assistenza totale per 24 ore al giorno.

La costruzione del Centro “Father Wembabazi” è stato finanziato per 2/3 dalla Missione Francescana di Rushooka, che ne è proprietaria e responsabile, e per 1/3 dalla nostra Associazione grazie al “Progetto Miriam Uganda”.

…to be cotinued!!

Associazione “Il Caprifoglio Onlus”

Roma, Palazzo del Quirinale 21/12/2017

Giornata davvero importante per AICO e il progetto Miriam Uganda.
Nel pomeriggio, una delegazione formata dal Presidente Mauro Tripodi, la segretaria Tiziana Cipelli i sostenitori Ugo Melandri (marito di Miriam Ghironi, alla quale é stato dedicato il progetto Miriam Uganda), Danilo e Diego Melandri, Elvira Nigro e Cesare Camilli, ha partecipato all’incontro istituzionale degli auguri di Natale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella splendida cornice offerta dal Salone delle Feste del Quirinale.
Durante i saluti Ugo Melandri ha avuto l’occasione di omaggiare il Presidente della Repubblica con il libro fotografico prodotto per sostenere il progetto Miriam “sguardi d’Africa – Uganda”, il quale dopo averlo sfogliato ha ringraziato sentitamente per il pensiero.
Un bellissimo pomeriggio reso possibile grazie all’amico Cesare Camilli che ringraziamo di cuore per l’impegno.

 

TERREMOTO AD AMATRICE: LCQ1900 A SALETTA

E’ ancora buio la notte del 24 agosto. Alle ore 3,35 a.m. ci sono solo i grilli a rendere musicale ed armonica la quiete dell’alto reatino. L’ultimo lembo di terra della Regione Lazio che penetra all’interno dell’Appennino, stretto com’è tra le regioni di Umbria, Marche e Abruzzo. Il profilo geografico somiglia alla lama affilata di un coltello, pronta ad offendere e guadagnare spazio a scapito dei territori vicini.

Sono gli ultimi scampoli dell’estate e coricati nel letto aspettiamo l’alba del nuovo giorno. Le lucciole vagano nel buio intenso della notte e, disegnando improbabili traiettorie, scompaiono e poi riappaiano come le stelle intermittenti nel cielo. La calma apparente è rotta solo dal guaito dei cani che abbaiano. E poi improvvisamente BOOM!

Un rumore sordo ne precede un altro, molto più intenso e fragoroso: il terremoto!

Le lancette ora segnano le 3,36 a.m. “Via! Il terremoto!” urla la voce ferma e decisa di mio cognato che irrompe nella stanza da letto. E poi ancora “Via, presto! Il terremoto!”. E tutti giù per le scale per guadagnare l’uscita di casa. Tutto in un attimo, lungo ed interminabile, dilatato a dismisura dalla percezione della paura che ci travolge. Le porte che cigolano intorno ai loro cardini, altre che si schiudono in un abbandono del listello della serratura dalla sua sede, lampadari che dondolano come la pendola di una torre campanaria e il rumore impressionante ed innaturale dei muri che sembrano accartocciarsi. Usciamo in strada dove alcune tegole del tetto finiscono la loro corsa e quando i fili della luce oscillano ancora. I comignoli dei camini, divelti dalle loro canne fumarie, rimangono minacciosi e aggettanti, sospesi tra le coperture e le grondaie pluviali, pronti nella caduta a stabilire il loro nuovo stato di equilibrio. Le urla di voce umana fanno da contorno al vortice scatenato nella gola profonda della Terra. Aumentano via via di intensità, quasi imploranti la natura di fermare la sua furia nell’effimera convinzione che essa obbedisca.

Ed arriva finalmente il silenzio dopo 142 secondi di puro terrore.

“Dov’è? Dov’è stato il terremoto?” sono le prime domande. Al momento nessuno ha la risposta. E’ troppo presto per sapere. Rientriamo con cautela in casa ed accendiamo la Tv, che ancora non diffonde notizie del terremoto appena occorso. Con gli occhi fissi sullo schermo interroghiamo noi stessi e, pervasi dalla percezione vissuta, intimamente rispondiamo che l’epicentro del sisma deve essere vicino. Siamo in un’area ad alto rischio sismico, classificata zona uno, il massimo dell’esposizione. Sappiamo che non può essere molto distante. “Si, ma quanto distante?” E’ l’ennesima domanda che preme sulla coda delle altre in attesa di risposta. Finalmente Rainews24 dà la notizia e la grafica che compare dietro la giornalista circoscrive l’area intorno ad Accumoli ed Amatrice ed inghiotte anche noi a soli 10 km di distanza. I cerchi concentrici che avviluppano la zona interessata montano come un’onda impetuosa che sbatte e travolge anche noi inermi davanti a tanta furia. E’ un’altra dura botta per i nostri animi, ormai affranti. Esclami un “NO” di disappunto che replichi un’altra volta alla notizia dell’intensità del sisma pari al sesto grado della scala Richter. Un altro “NO” ed un altro ancora quando un’altra scossa ci obbliga ad uscire nuovamente da casa. Seguendo le grida triviali e le imprecazioni di voci conosciute mi reco nella piccola piazza del paese, già colma di gente che, come me, violentata nella notte, è scaraventata dalla paura a gremire quello spazio comune. Facce sconvolte incrociano gli sguardi ancora atterriti di altre facce. Un abbraccio ed un semplice “tu come stai?” allentano un po’ la tensione ancora palpabile. La visita inaspettata di Don Fabio, parroco della nostra piccola comunità, offre ulteriore conforto alle nostre anime laicamente dannate, avvinghiate nella spirale infernale del demone-terremoto. Le notizie sono frammentarie e spesso discordanti. Affogano nello stesso collo di bottiglia le numerose chiamate della telefonia mobile e rimangono intrappolate tra le maglie di una rete cellulare non sempre ottimizzata. Le agenzie di stampa diffondono le prime dichiarazioni del sindaco di Amatrice che parla di un paese che non c’è più. “Non può essere!”, “Ma ti pare?” sono le esclamazioni più frequenti. Affermazioni istintive dette da chi vuole esorcizzare la realtà. Ma la situazione diventa tremendamente chiara non appena le telefonate di amici e parenti residenti all’interno dell’area del cratere più prossima all’epicentro confermano la drammaticità degli eventi. Parlano di morte e distruzione e di secoli di storia sepolti definitivamente sotto le macerie. Pensi a tutto, alla ferita profonda che ti è stata inferta, agli anni spensierati della gioventù andati via per sempre e con essi strade, vicoli, persone che stimolavano il ricordo di momenti di vita vissuti. Le prime immagini dei luoghi colpiti dal sisma sono spettrali, cosi’ maledettamente simili agli scenari di guerra nella Siria di Assad, tanto da far pensare più ad un bombardamento che ad un terremoto. Case collassate su se stesse e diventate cumuli di macerie.

Intanto le cronache raccontano già di decine di morti e ammoniscono che il bilancio è solo provvisorio, destinato ad aumentare inesorabilmente. Un velo di tristezza scende impietosamente a coprire quel senso di impotenza che ci attanaglia. “Cosa facciamo?”, “Dobbiamo andare!” sono la molla che spinge alcuni di noi a recarsi ad Amatrice. Chi per scavare a mani nude e chi, carpentiere di professione, alla guida di ruspe e mezzi meccanici. Tra i primi soccorritori c’è anche don Fabio, “il prete con la pala”.

Non è ancora tempo di piangere, la fase dell’emergenza è appena cominciata!

L’alba fa ormai capolino dietro i dolci contorni delle montagne, accompagnata non dal canto del gallo, ma dalle sirene delle ambulanze e dei mezzi di soccorso che vanno su e giù per la via Salaria, quando la terra continua ancora a tremare.

Sono passati quasi due mesi dal sisma del 24 Agosto in centro Italia e il bilancio finale parla di 298 morti accertati, 388 feriti e due persone ancora disperse. La fase dell’emergenza è virtualmente terminata con l’evacuazione della zona rossa e il trasferimento degli sfollati verso la vicina costa adriatica. La macchina dei soccorsi è ancora al lavoro per liberare l’intera area dalle macerie e dare inizio alla delicata fase della ricostruzione, a cui parteciperanno a vario titolo le diverse componenti del governo nazionale e degli enti locali. Ma nessuna ripartenza sarebbe possibile senza il coinvolgimento emotivo e sostanziale del popolo italiano che, per storia e tradizione, in casi drammatici come questi mostra sempre il suo lato migliore. La lunga scia di solidarietà che ha attraversato l’Italia intera da Sud a Nord ha prodotto un contributo significativo sia in termini economici sia in termini di aiuti materiali. Le raccolte fondi “pro emergenza terremoto” attivate da più parti e la partecipazione attiva e spontanea di migliaia di volontari hanno tracciato le linee guida da seguire che il “Lazio Club Quirinale 1900” ha saputo e voluto intraprendere sin dall’inizio. E’ venuto naturale rimandare la minicrociera, già in programma, alle isole del Giglio e di Giannutri e destinare le relative risorse ad una nostra raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto. Questa iniziativa di beneficenza è culminata nell’epilogo dell’evento di solidarietà a favore della “Onlus Peter Pan” lo scorso 24 settembre a Castel Porziano e ha visto raggiungere la considerevole somma di € 3175,00 (tremilacentosettantacinque/00).

Oggi 9 Ottobre una delegazione del “Lazio Club Quirinale 1900” consegnerà direttamente al “Circolo Ricreativo Amici di Saletta” (www.amicidisaletta.it) la somma raccolta.

Sono le 8,30 di domenica mattina e alcuni soci del “Lazio Club Quirinale” hanno deciso di trascorrere la loro giornata nelle zone colpite dal terremoto. Appuntamento alla stazione di servizio lungo la bretella di collegamento tra il Grande Raccordo Anulare e l’autostrada Roma-Firenze e con un pallido Sole ad illuminare la strada ci dirigiamo dritti lungo la via Salaria per raggiungere Saletta, un piccolo paese del comune di Amatrice in provincia di Rieti. Saletta, tra tutte le 69 frazioni che compongono la realtà locale amatriciana, è una delle più martoriate con 22 morti accertati su solo otto residenti. Questo dato descrive alla perfezione lo scenario dei luoghi colpiti dal sisma. Piccoli borghi di montagna scarsamente abitati che vivono prevalentemente di agricoltura e zootecnia e che, specie nel periodo estivo, decuplicano il numero dei residenti, per lo più villeggianti provenienti da Roma. Luoghi disincantati immersi nella natura stretti tra il Parco dei Monti Sibillini e il Parco Naturale del Gran Sasso e Monti della Laga. Un vero paradiso naturale trasformatosi tristemente in una tomba infernale.

Dopo circa due ore di viaggio arriviamo al km 136 della via Salaria in prossimità del bivio per Saletta e di colpo i discorsi che ci hanno accompagnato lungo il percorso terminano all’istante. La mente si rivolge univocamente a quello che ci apprestiamo a vedere e tutte le parole rimangono sospese nel limbo dell’ovvietà. La macchina rallenta ed è costretta a fermarsi al posto di blocco della polizia che, a contrasto di ogni forma di sciacallaggio, interdice il passaggio a curiosi e malintenzionati.  Una volta accertati i nostri buoni propositi la macchina riprende la sua marcia e sale piano piano lungo la strada comunale che ci condurrà a destinazione. File di alberi ne costeggiano il ciglio e qualche uccello si libera in volo planare per poi scomparire di nuovo all’interno del bosco. Una serie di curve difende da sguardi indiscreti i primi caseggiati del paese e dopo breve ci ritroviamo dove non avremmo mai voluto essere. Sono ad attenderci i rappresentanti dell’associazione “Amici di Saletta” che, dopo i convenevoli iniziali, ci conducono direttamente all’interno del paese, in prossimità della zona rossa. Lo scenario da apocalisse che si presenta davanti ai nostri occhi toglie il fiato e vanifica ogni suggestione di domanda che avremmo voluto porre loro. Fanno da cornice le loro flebili parole che, lontano da ogni velleità descrittiva, raccontano telegraficamente di vite spezzate e di lutti personali. La perdita di una mamma sotto le macerie nella casa di famiglia viene da noi percepita come l’esaltazione perversa del destino perfido che in un solo attimo ti porta via la persona più cara e la culla naturale dell’amore materno che ti ha cresciuto. All’interno della zona rossa non c’è più traccia di vita, sembra tutto cristallizzato all’istante del terremoto. Un silenzio tombale ammanta ogni pietra e imprigiona ogni anelito di vento che tenta di fuggire. L’assenza del succedersi naturale degli eventi svuota il tempo del suo significato inchiodandolo per sempre alle ore 3,36 del 24 agosto. Una borsa in pelle ed un utensile da cucina affiorano sulla parte superiore di un cumulo di macerie, testimonianza di una vita passata di là che non tornerà più indietro. La cerimonia di consegna dell’assegno simbolico ai rappresentanti dell’associazione ci riconduce alla realtà e dà avvio nuovamente all’avanzare delle lancette del nostro orologio del tempo. Facciamo visita alle tende del campo allestito dalla Protezione Civile che ancora per poco ospiterà, prima dell’esilio forzato, gli ultimi sfollati rimasti. C’è rassegnazione e smarrimento all’interno del campo ormai semivuoto, ma l’odore del caffè che fuoriesce dalla tenda mensa alimenta la speranza che si nasconde dentro ogni gesto quotidiano. “Nulla sarà più come prima, ma Saletta rinascerà” sono le parole di congedo che precedono la nostra ripartenza.  Salutiamo i nostri amici prima di riprendere la strada del ritorno. Il nostro è un arrivederci a Saletta, magari per un caffè nel nuovo centro ricreativo che rinascerà anche grazie al nostro contributo. Di questo ne siamo certi come la vita si riaffaccia sempre prepotente a cancellare ogni simbolo di morte. E’ solo questione di tempo, ma Saletta rivivrà! E i residenti e i villeggianti torneranno soprattutto per rispetto e nel ricordo di chi non c’è più.

“…non ti abbandoneremo uomo dell’Appennino: l’ombra della tua casa tornerà a giocare sulla terra natia. Dell’alba ancor ti stupirai!”

 

Matteo Mastrella